Potok è Potok, non si discute. La sua inarrivabile maestria è nella narrazione, riesce a catturarti con una prosa che nella penna di altri risulterebbe banale, nella sua è semplicemente chiarezza senza fronzoli. Novembre alle porte non è un romanzo vero e proprio ma la storia, appena romanzata, secondo le dichiarazioni dell'autore stesso, di una famiglia di ebrei russi, dal periodo zarista alla fine della guerra fredda, passando per la rivoluzione d'ottobre, lo stalinismo, i pogrom e tutte quelle altre belle cose che i russi, ebrei e non, hanno dovuto patire per 70 anni. Si legge come un romanzo ma è anche un saggio che racconta in modo circostanziato i fatti e ne descrive le atmosfere che ne derivano attraverso gli stati d'animo dei protagonisti.
Grandissimo libro, peccato per la traduzione, è un continuo di "un gruppo di loro fecero", "la maggior parte andarono", lo stesso errore ripetuto dozzine di volte, perchè putroppo, a volte la gente non si regolano!