Questo blog nasce dalla passione per i libri e dalla volontà di raccogliere insieme un po' di commenti che ho lasciato in giro qua e là su Facebook. Non sono un critico letterario nè ambisco esserlo, sono soltanto un lettore che ama riflettere su ciò che legge e condividerlo con gli altri per confrontarsi. Non ci sono tutti i libri che leggo, ma solo quelli di cui ho avuto voglia di parlare, anche senza ragioni specifiche, magari soltanto perchè in un determinato momento avevo voglia di farlo.

mercoledì 16 maggio 2012

Paura di volare - Erica Jong


Negli anni '70 è stato un best seller ma a suo tempo non l'ho letto. Giorni l'ho sentito nominare da qualche parte, poi l'ho visto a casa di mia madre e me lo sono preso. Diciamo subito senza mezzi termini che è una cazzatona, il solito libro furbetto che cavalca l'onda delle tematiche di moda con una superficialità che definirlo banale è riduttivo.

Un poutpurrì di tutto ciò che ai suoi tempi era cultura o tale era più o meno debitamente considerato. Il tutto preso di striscio, citato a raffica con finta nonchalance, in quantità tale che a voler fare l'indice dei nomi ne verrebbe a sua volta fuori un libro. A rendere il tutto più siocco ha pensato l'editore italiano: nella quarta di copertina, a carattere grassettato è scritto: Una donna che parla di sesso come un uomo. 'Azz, diranno subito i miei piccoli lettori!

Poi però a sfogliarlo si incappa continuamente in perle di questo genere:
- "... incontrare un uomo bello, aitante, potente e ricco che potesse riempirmi ogni buco";
- "La sua lingua mi stava facendo impazzire la figa";
- "Mi innamorai di Bennet perchè aveva le palle più pulite che avessi mai assaggiato";
- "... fare i nostri bisogni accovacciati per terra con l'erba che ci faceva il solletico e le mosche che ronzavano orrendamente attorno al buco del culo per posarsi sugli stronzi freschi".

Gli uomini parlano in questo modo? Solo in caserma ricordo di aver sentito persone esprimersi così ripetutamente in questo modo, ma solo fino al grado di caporalmaggiore, al massimo sergente. E una donna si affranca da qualcosa, secondo l'autrice, esprimendosi in questo modo? E non sono certo uno che si scandalizza facilmente per il linguaggio.

Che poi, di sesso vero e proprio ce n'è poco e niente, il turpiloquio è limitato ai ragionamenti della protagonista, ma non come catarsi di espressività repressa, a me è sembrato semplicemente un modo sempliciotto di attirare l'attenzione, proprio come certi personaggi televisivi di oggi.
Non mi sorprende che sia stato un best seller, la formula è sempre quella, da decenni non cambia, uno schema che basta applicarlo per farlo funzionare. La letteratura è altro, per fortuna.

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