L'incredibile lucidità con cui viene scandagliata la psicologia amorosa
dei due protagonisti vale già da sola la lettura di questo romanzo. Due
persone normali, alle prese con i dubbi e le contraddizioni interiori
degli uomini della nostra epoca (nostra malgrado sia un libro pubblicato
60 anni fa), lontani anni luce dai modelli iperbolici e fasulli di
certi narratori dell'ultima ora. Simenon non ha bisogno di stupire con
colpi di teatro, ti prende ma non ti trattiene a forza né con l'inganno;
è la sua capacità di descrivere, perfettamente, ma senza dilungarsi,
fatti, luoghi e personaggi a tenere viva l'attenzione del lettore.
Coglie con maestria tale i punti salienti, con poche e giuste parole,
che mai si ha un dubbio sull'essenza di un personaggio, mai si rischia
la confusione, neanche fra quelli di secondo piano. La solitudine e
l'amore, l'amore come fuga dalla solitudine, l'amore come passione ed
infine l'amore come scelta esistenziale. Il percorso umano, ma anche
mentale, di François e Kay somiglia a quello di tanti di noi, esseri
spesso contraddittori ma non ambigui, piuttosto ambivalenti nei rapporti
con gli altri. Mi viene in mente un verso di una canzone di Guccini:
"sospesi fra voglie alternate di andare e restare...". Ecco, pare
scritto proprio per questo romanzo, per i suoi protagonisti e le loro
vite; ma anche, forse, per quelle di tanti di noi.
Questo blog nasce dalla passione per i libri e dalla volontà di raccogliere insieme un po' di commenti che ho lasciato in giro qua e là su Facebook. Non sono un critico letterario nè ambisco esserlo, sono soltanto un lettore che ama riflettere su ciò che legge e condividerlo con gli altri per confrontarsi. Non ci sono tutti i libri che leggo, ma solo quelli di cui ho avuto voglia di parlare, anche senza ragioni specifiche, magari soltanto perchè in un determinato momento avevo voglia di farlo.
lunedì 15 ottobre 2012
Tre camere a Manhattan - George Simenon
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento