Il romanzo di un romanzo, la biografia di un personaggio inventato dalla penna di Stevenson e reso affascinante dalla prosa eccellente di Larsson. Il vecchio pirata che sceglie di narrarsi, raccontare la sua esistenza turbolenta, le sue scelte esistenziali, a volte frutto di eventi casuali, altre percorso logico di un carattere indomabile. Le vicende di un uomo ma anche di un'epoca, un racconto storico ed un eccellente saggio sulla marineria antica. Ci sono la gamba di legno ed il pappagallo parlante, ma sono le uniche concessioni all'iconografia stereotipata del pirata (a proposito, lo stereotipo è proprio dal Long John Silver dell'Isola del tesoro che è nato), per il resto c'è una narrazione avvincente, fatta di descrizioni accurate e dialoghi molti acuti.
Questo blog nasce dalla passione per i libri e dalla volontà di raccogliere insieme un po' di commenti che ho lasciato in giro qua e là su Facebook. Non sono un critico letterario nè ambisco esserlo, sono soltanto un lettore che ama riflettere su ciò che legge e condividerlo con gli altri per confrontarsi. Non ci sono tutti i libri che leggo, ma solo quelli di cui ho avuto voglia di parlare, anche senza ragioni specifiche, magari soltanto perchè in un determinato momento avevo voglia di farlo.
giovedì 27 dicembre 2012
lunedì 10 dicembre 2012
La scelta di Reuven - Chaim Potok
E' il quarto libro di Potok che leggo, probabilmente non meno bello
degli altri che mi avevano fatto gridare al capolavoro, ma
sostanzialmente a quelli uguale nello stile e nel contenuto. La storia è
più o meno la stessa: un giovane brillante e dotato di intelligenza
fuori del comune, incline al dubbio piuttosto che al dogma e per questo
osteggiato dai bigotti della propria religione, il quale si ritrova
dinnanzi all'annosa scelta di soccombere o lottare per essere se stesso.
M'è piaciuto, ma non m'ha avvinto, ad ogni pagina avevo l'impressione
di averlo già letto. Fra l'altro, tutto questo discorrere di testi sacri
e loro interpretazione, a me che considero bibbie, torah e corani vari
un fastello di cazzate che ingannano e soggiogano l'umanità da qualche
millennio, alla fine risulta pure un filino noioso. Per fortuna si parla
anche parecchio di psicoterapia, argomento che trovo molto di più
interessante della religione.
Leggetelo se non avete letto altro di Potok, anzi leggete assolutamente qualcosa di Potok perchè è sicuramente un grandissimo autore. Forse quello dei quattro che mi è piaciuto di più è In principio, non fatevi spaventare dalla mole, sono 6/700 pagine che scorrono via che è una bellezza.
Leggetelo se non avete letto altro di Potok, anzi leggete assolutamente qualcosa di Potok perchè è sicuramente un grandissimo autore. Forse quello dei quattro che mi è piaciuto di più è In principio, non fatevi spaventare dalla mole, sono 6/700 pagine che scorrono via che è una bellezza.
lunedì 3 dicembre 2012
Il danno - Josephine Hart
Preso casualmente di seconda mano su una bancarella, su consiglio di un amico,
in cambio di 1 euro, poi rimasto a giacere nella piletta per parecchi
mesi. Bello, decisamente bello. E' la storia di una passione più che
travolgente, devastante, come solo certe passioni amorose riescono ad
essere. Chi ne ha vissuta una sa cosa vuol dire. Ben scritto, offre
riflessioni interessante e altre ne induce. Un libro che prende allo
stomaco, come la passione, appunto.
sabato 1 dicembre 2012
Cattedrale - Raymond Carver
Carver è fantastico e ve lo dice uno che non ama molto i racconti. Fantastica è la sua capacità di fissare su carta istantanee di vita quotidiana della provincia americana, quella che si arrabbatta per vivere, che non ha soldi nè cultura, nè una vita in qualche modo interessante. I suoi personaggi sono l'antitesi dell'american dream, sono il dolore del fallimento, a volte senza nemmeno la consapevolezza dello squallore che ne consegue. Non si venga a menarla sullo stile: qualunque ricercatezza linguistica striderebbe terribilmente con l'ambientazione dei suoi racconti, qualunque artificio letterario ne eleverebbe indebitamente i protagonisti dall'ordinarietà delle loro esistenze quotidiane a qualcosa che essi stessi non sono riusciti ad essere. Carver fotografa, non giudica, non fa introspezione nè analisi sociologica, almeno non apertamente. Ma questo suo apparente tacere dice molto di più di quanto molte penne illustri di là dell'Atlantico si sforzano vanamente di dire. Carver cattura l'attenzione del lettore senza mettere in scena eroi, veri o fasulli che siano, ci parla piuttosto di noi, di ciò che siamo o avremmo potuto essere se qualcosa non fosse andata per il verso giusto. Leggetelo se volete capire, se volete capirvi.
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