Quando ero piccolo vedevo in giro dei libri bellissimi che si
intitolavano La ragazza di Bube, Il giardino dei Finzi Contini, L'Agnese
va a morire e credevo che Bube fosse la località d'origine della
ragazza in questione, i Finzi Contini una specie di alberi e l'Agnese un
animale che come un'elefantessa anziana si recasse da sé al proprio
cimitero. Qualche giorno fa ho investito 1 euro per un'edizione con
copertina rigida del 1960 del libro di Cassola ed ho scoperto che Bube
non è un luogo ma una persona. Ho scoperto pure un romanzo bellissimo,
scritto magistralmente, ma soprattutto grande per il modo in cui
descrive persone, situazioni e stati d'animo dei protagonisti non solo
in modo diretto, ma anche indirettamente attraverso i dialoghi fra di
essi.
Il grosso dei fatti si svolge nel primissimo dopoguerra, quel periodo cioè dove speranze e regolamenti di conti si accavallarono spesso nell'animo degli italiani generando purtroppo delusioni ed eccessi (ma forse è semplicistico parlare di eccessi col distacco dato da 70 anni di distanza). Veramente un affresco chiaro su un periodo travagliato della nostra storia, con gli anglo-americani ancora a dirimere le questioni e le morali cattolica e politica a dettare comportamenti e scelte di vita delle persone. Scelte che con gli occhi di oggi appaiono a volte eccessivamente rigide, come nel caso della protagonista, ma che rivelano una forza interiore straordinaria, ancor di più considerando la scarsità di mezzi, soprattutto culturali di cui i più disponevano allora.
Già che c'ero, mi sono visto pure il film di Comencini del '63, con la Cardinale al top della sua bellezza; bello, anche se non quanto il libro cui pure è piuttosto fedele, mostra per immagini un'Italia che il neorealismo ha immortalato per noi.
Il grosso dei fatti si svolge nel primissimo dopoguerra, quel periodo cioè dove speranze e regolamenti di conti si accavallarono spesso nell'animo degli italiani generando purtroppo delusioni ed eccessi (ma forse è semplicistico parlare di eccessi col distacco dato da 70 anni di distanza). Veramente un affresco chiaro su un periodo travagliato della nostra storia, con gli anglo-americani ancora a dirimere le questioni e le morali cattolica e politica a dettare comportamenti e scelte di vita delle persone. Scelte che con gli occhi di oggi appaiono a volte eccessivamente rigide, come nel caso della protagonista, ma che rivelano una forza interiore straordinaria, ancor di più considerando la scarsità di mezzi, soprattutto culturali di cui i più disponevano allora.
Già che c'ero, mi sono visto pure il film di Comencini del '63, con la Cardinale al top della sua bellezza; bello, anche se non quanto il libro cui pure è piuttosto fedele, mostra per immagini un'Italia che il neorealismo ha immortalato per noi.
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